LE PRINCIPALI AVVERSITA’ PARASSITARIE DELLE PIANTE ORNAMENTALI DEI VIVAI PISTOIESI

a cura del Dr. Giovanni Vettori

Pistoia 1993


1. INSETTI

2ª PARTE


1.13. TIGNOLE DELLE DRUPACEE

(Grapholita molesta e Anarsia lineatella)

Questi due insetti nei vivai provocano danni sui peschi (Prunus persica) causando il disseccamento della parte distale dei giovani germogli. Le larve provocano mine nei getti apicali che muoiono in breve tempo. Il regolare sviluppo vegetativo delle piante viene compromesso, con deprezzamento del prodotto finito.

DIFESA.

In frutticoltura industriale la lotta a questi due parassiti viene effettuata basandosi sul monitoraggio con trappole a ferormoni. Ciò è realizzabile anche in vivaio istallando delle trappole e controllandole settimanalmente.

Altra forma di lotta si basa su trattamenti a calendario a partire dalla comparsa dei primi getti danneggiati. I successivi interventi, distanziati di 15-20 giorni, devono proseguire fino a tutto Agosto.

In entrambi i casi, i prodotti da usare sono quelli a base di phosalone o azinphos-metil.

1.14. TORTRICIDE DEL PINO

(Evetria buoliana = Rhyacionia buoliana)

E’ una farfalla la cui larva si sviluppa a spese dei pini e risulta pericolosa in particolare sulle giovani piante. Le larve in primavera (Maggio-Giugno) compiono il danno più evidente: danneggiano i giovani germogli che disseccano o crescono disformi. Successivamente si formano gli adulti (Giugno-Luglio) che depongono le uova da cui nascono, dopo circa una settimana, delle piccole larve. Queste iniziano a minare gli aghi provocandone il disseccano della parte soprastante la mina. L’insetto sviluppa una sola generazione l’anno e sverna come larva.

DIFESA.

La lotta contro questo lepidottero deve essere effettuata alla comparsa delle giovani larve. Queste approssimativamente sono presenti da fine giugno a fine luglio, per cui in questo periodo si deve intervenire. In condizioni normali un trattamento a metà luglio è sufficiente a controllare l’infestazione, ma in presenza di forti infestazioni è opportuno intervenire anche a fine guigno-primi di luglio. Si può localizzare con precisione il trattamento osservando attentamente la vegetazione dei pini ed intervenendo quando si notano i primi aghi minati. I prodotti da usare sono: acefate, metamidofos, azinfos-metil, carbaril.

Il risultato dell’efficacia di questi trattamenti si noterà nella primavera successiva.

Altre forme di lotta contro l’evetria, come i trattamenti primaverili, non sono consigliabili. In questo periodo le larve sono internamente ai getti ed essendo difficoltoso colpirle si deve ricorrere a miscele di insetticidi molto tossici.

1.15. PROCESSIONARIA DEL PINO

(Thaumetopoea pityocampa)

La processionaria in vivaio risulta pericolosa quasi esclusivamente sui pini, anche se in natura può provocare danni su Cedrus, Picea abies e Pseudotsuga menziesii. Nel corso di un anno sviluppa una sola generazione con comparsa degli adulti (farfalle) nei mesi di Luglio-Agosto e nascita delle larve in Settembre. Queste al sopraggiungere dell’inverno costruiscono un voluminoso nido sericeo dove si riparano dai freddi invernali. All’inizio della primavera abbandonano la pianta e scendono in processione a terra, dove, ad una profondità di 5-20 cm, completano il loro sviluppo. Le forti defogliazioni prodotte dalle larve indeboliscono notevolmente la pianta.

DIFESA

Per il contenimento di questo lepidottero si sono sviluppate diverse forme di lotta.

• Lotta meccanica: si effettua tramite l’asportazione dei nidi; non sempre è di facile realizzazione.

• Lotta “balistica”: consiste nello sparare con un fucile sui nidi al fine di distruggerli; perché sia efficace deve essere effettuata in pieno inverno (Dicembre) utilizzando normali cartucce.

• Lotta microbiologica. Si basa sull’impiego di insetticidi biologici a base di Bacillus thuringiensis. Questo batterio ha evidenziato un’ottima azione di controllo nei confronti della processionaria del pino. Deve essere impiegato prima della costruzione dei nidi invernali con periodo ottimale per le nostre zone nel mese di Settembre-inizio Ottobre; per posizionare il trattamento con precisione si può fare ricorso a trappole a ferormoni. Al primo trattamento è opportuno farne seguire un secondo distanziato di 10-15 giorni. Nell’usare questi prodotti è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in confezione.

Lotta chimica. Si possono usare insetticidi chimici a base di diflubenzuron, o un estere fosforico o un piretroide, effettuando il trattamento secondo le indicazioni riportate per l’uso dell’insetticida biologico.

1.16. MARGARONIA DELL’OLIVO

(Palpita unionalis)

Nei vivai la margaronia è da considerarsi uno dei parassiti principali dell’Olea europea e del Gelsomino. La larva di questa farfalla si nutre delle giovani foglie e dei germogli. Inizia la sua attività trofica costruendosi un nido riunendo le foglioline apicali con fili sericei. Da qui la larva progredisce verso il basso divorando parzialmente o totalmente le foglie che incontra e dopo si sposta su altri germogli. In presenza di forti attacchi le giovani piante subiscono ritardi e malformazioni di sviluppo notevoli.

DIFESA

In vivaio, in presenza di germogli infestati, è utile intervenire con trattamenti a base di triclorfon, acefate, carbaril o dimetoato. Prestare attenzione alle infestazioni dell’insetto nei mesi di Agosto-Settembre.

1.17. HYPHANTRIA

(Hyphantria cunea)

E’ una farfalla la cui larva è in grado di determinare forti defogliazioni su molte latifoglie. Risulta pericolosa, compromettendone il regolare sviluppo vegetativo, su Morus, Acer, Prunus, Tilia e Platanus. Gli adulti sfarfallano in Aprile-Maggio-primi di Giugno, depongono le uova e nel mese di giugno si sviluppano le infestazioni delle larve. A questa prima generazione ne segue un’altra con comparsa degli adulti in Luglio. Le larve di questa seconda generazione sono presenti nel mese di Agosto, ed essendo molto numerose sono in grado di provocare defogliazioni consistenti. Nel periodo autunnale si può assistere ad una terza generazione, che però difficilmente viene completata.

DIFESA

La lotta a questo lepidottero si può effettuare sia con insetticidi chimici, che con l’uso di prodotti a base di Bacillus thuringiensis.

Quest’ultima forma di difesa è consigliabile qualora il trattamento interessi aree pubbliche, parchi e giardini: è opportuno effettuare il trattamento nel tardo pomeriggio, bagnare bene le piante e ripetere l’intervento a distanza di 8-10 giorni.

Volendo utilizzare insetticidi chimici, è possibile scegliere in un’ampia gamma di prodotti. Buoni risultati si ottengono con acefate, triclorfon, clorpirifos-metil, piretroidi e diflubenzuron (quest’ultimo è dotato di lunga persistenza d’azione).

Il momento migliore per intervenire (obbligatorio qualora si usi il Bacillus thuringiensis) è quando si osservano sulla pianta i nidi dell’insetto costituiti da 2-4 foglie e le larve hanno dimensioni di 1-1,5 cm.

Per verificare l’opportunità ed individuare il momento migliore per intervenire con l’insetticida può essere utile anche l’installazione di trappole a ferormoni.

1.18. LEPIDOTTERI DEFOGLIATORI

(Tortrix viridana, Lymantria dispar, Thaumetopoea processionea, Leucoma salicis, Aporia crataegi, Orgya antiqua ecc...)

Sono un gruppo abbastanza ampio ed eterogeneo di farfalle le cui larve determinano defogliazioni. Hanno maggiore importanza a livello forestale che vivaistico, dove raramente risultano dannosi.

DIFESA

In presenza delle larve intervenire con un estere fosforico o un piretroide. Con infestazioni allo stadio iniziale ottimi risultati si ottengono anche con i prodotti a base di Bacillus thuringiensis. Ciò può risultare utile qualora si voglia intervenire in parchi, giardini o verde pubblico in genere.

1.19. RODILEGNO ROSSO

(Cossus cossus)

Nel vivaismo pistoiese il Cossus difficilmente raggiunge i livelli di danno del rodilegno giallo. Il suo ciclo di sviluppo è simile a quello descritto per la Zeuzera, ma si completa in 2-3 anni. La larva ha un tipico colore rosso e a maturità raggiunge dimensioni rilevanti. A differenza della Zeuzera le larve del rodilegno rosso si localizzano prevalentemente sul fusto fino ad un’altezza massima di 1,5-2 metri da terra, con predilezione della zona del colletto. L’infestazione di rodilegno rosso determina un’indebolimento e perdita di vigoria della pianta che in alcuni casi può sfociare con la morte di questa.

DIFESA

La lotta al rodilegno rosso attualmente è realizzata con la tecnica della cattura massale dei maschi. A differenza della Zeuzera per il Cossus questa forma di lotta è da anni definita ed affidabile, fornendo risultati superiori a tutte le altre forme di controllo (chimico, meccanico ecc...).

Questa tecnica si basa sull’uso di trappole ad imbuto innescate con lo specifico ferormone e posizionate ad altezza uomo. Su ogni ettaro devono essere posizionate fino ad un massimo di 10 trappole (forti infestazioni) ed il ferormone deve essere sostituito ogni 30-40 giorni. Non sono necessari controlli periodici, in quanto le farfalle catturate si depositano nel sacchetto della trappola senza alterare l’efficienza di questa.

1.20. RODILEGNO GIALLO

(Zeuzera pyrina)

La Zeuzera pyrina è il rodilegno che determina i maggiori danni sulle colture arboree presenti nel vivaismo pistoiese. Gli adulti sono grosse farfalle dalle ali bianche cosparse di punti neri e sono presenti da inizio Maggio ad Agosto. Le larve, di colore giallo, appena nate (periodo estivo) si disperdono sulle parti alte della pianta dove attaccano germogli e rametti e solo quando hanno raggiunto un certo sviluppo, normalmente nel periodo autunnale, si portano sul tronco o grossi rami. Qui iniziano a scavare gallerie ascendenti e superato l’inverno, in primavera la maggior parte di larve si trasforma in farfalle, la rimanente completa il ciclo nell’ anno successivo. Le gallerie provocano un indebolimento del ramo o del fusto che in presenza di forti venti può andare incontro a rottura.

DIFESA

La lotta a questo parassita risulta alquanto problematica a causa del lungo periodo di ovodeposizione della femmina. La difesa si può realizzare a vari livelli.

1) Contro le giovani larve presenti sui germogli e i rametti, si possono effettuare alcuni trattamenti alla vegetazione, distanziati di 25-35 giorni, nei mesi di Giugno-Luglio, con prodotti a base di teflubenzoron, o con esteri fosforici ad ampio spettro di azione (fosfamidone, diclorvos, methamidofos).

2) A livello di tronco e grossi rami si può realizzare una lotta chimico-meccanica basata sull’uccisione delle larve nelle gallerie con filo di ferro o con insetticidi in formulazione spray. Richiede un grosso impiego di manodopera.

3) In questi anni è in via di definizione una forma di controllo delle infestazioni di Zeuzera basata sulla cattura massale. Ciò si realizza tramite trappole a ferormoni, cercando di catturare tutti i maschi presenti nell’arboreto di modo che le femmine non possono essere fecondate. Attualmente questa tecnica viene realizzata disponendo 10 o più trappole ad ettaro ad un’altezza di 1-1,5 metri superiore alla chioma degli alberi. Le trappole devono essere posizionate da inizio Maggio ad Agosto, con sostituzione del ferormone ogni 4-6 settimane.

1.21. OZIORRINCHI DELLE ORNAMENTALI

(Otiorrhynchus spp.)

Nei vivai pistoiesi diverse specie di oziorrinchi provocano danni rilevanti su Ericacee (Azalea, Rhododendron, ecc...), Taxus, Oleace (Olea fragans, Osmanthus, ecc...) e diverse altre piante. Risultano particolarmente pericolosi alle coltivazioni in vaso, perché le larve terricole trovano condizioni ottimali di sviluppo nei substrati dei contenitori.

Questo gruppo di insetti sviluppa una sola generazione l’anno, con presenza degli adulti da Maggio a Settembre e presenza di forme larvali da Settembre a Giugno. Gli adulti hanno abitudini notturne, nascondendosi nel terreno o sotto altri ripari nelle ore diurne. Durante la notte fuoriescono dai nascondigli e vanno a nutrirsi di foglie provocando, lungo il margine, delle caratteristiche erosioni a semicerchio.

Le larve sviluppano tutto il loro ciclo nel terreno nutrendosi degli organi sotterranei delle piante e provocando su di essi estese erosioni a livello corticale.

Il danno maggiore, nel vivaismo pistoiese, è provocato dalle larve, in quanto le erosioni radicali possono essere tanto rilevanti da provocare la morte della pianta.

DIFESA

La lotta può essere rivolta sia verso gli adulti che le larve. La tendenza attuale tende ad individuare nel controllo delle forme adulte la migliore strategia di difesa, limitando la lotta alle larve solo a casi particolari.

Gli adulti è possibile controllarli con trattamenti insetticidi a base di acefate, endosulfan, metil-parathion e azinfos-metil. Con infestazioni elevate è’ necessario intervenire, per ottenere buoni risultati, da inizio Giugno a fine Agosto ogni 15-20 giorni. L’intervento sarebbe opportuno effettuarlo alla sera o, meglio ancora, di notte, perché, avendo gli adulti dell’oziorrinco abitudini notturne, è possibile colpirli direttamente con l’insetticida che così può agire, oltre che per ingestione, anche per contatto .

La lotta contro le larve la si può effettuare con i geodisinfestanti chimici, ma il risultato non sempre è valido. Altra forma di lotta alle larve è data dall’impiego dei nematodi entomoparassiti Steinernema ed Heterorhabditis. Questo tipo di lotta biologica deve essere applicato o all’inizio dell’autunno o della primavera, periodi maggiormente favorevoli all’attività dei nematodi. Nell’applicare questa forma di lotta biologica è necessario tenere presente che:

• temperature inferiori a 0°C e superiori a 35°C sono letali per i nematodi;

• il terreno deve avere un adeguato tenore idrico;

• l’applicazione si deve verificare con elevati volumi d’acqua e questa deve avere una temperatura ottimale di 20°C.

1.22. DISSECCAMENTI RAMEALI DI THUJA E JUNIPERUS

(Lampra festiva)

La Lampra è un coleottero buprestide che si sviluppa a spese di Juniperus (in particolare var. Skyroket), di Thuja (molto suscettibile la var. “Atrovirens” ed anche la var. “Smaragd”) e occasionalmente di Cupressus e di Cupressocyparis. Le larve, lunghe 1-2 cm, posseggono una caratteristica testa ingrossata. Vivono nei tronchi e nei rami scavando gallerie sotto la corteccia. La zona di ramo o fusto in cui è presente la larva subisce un caratteristico rigonfiamento e la parte distale va incontro a disseccamento. In primavera-estate la larva si impupa ed in luglio si trasforma in adulto. L’insetto possiede una sola generazione l’anno.

DIFESA

La prima forma di difesa consiste nell’allontanare e bruciare, in Marzo-Aprile, le piante infestate. Si può attuare anche una lotta chimica intervenendo sull’insetto allo stadio di adulto, perché la larva è difficilmente raggiungibile dagli insetticidi. I prodotti da usare sono a base di methidation, metil-parathaion e metomil, effettuando alcuni trattamenti in luglio ed in agosto.

1.23. SCOLITIDI

(Phloeosinus spp., Blastophagus spp., Scolytus spp., Xyleborus spp., Phloeotribus scarabaeoides, ed altri)

Gli scolitidi sono un gruppo di insetti di piccole dimensioni (pochi millimetri) che vivono nel legno delle piante scavando gallerie (insetti xilofagi). Nel vivaismo pistoiese possono risultare pericolosi su Pinus, Cupressus, Cupressocyparis, Olea europea e altre latifoglie. Questi insetti sono da considerarsi parassiti secondari perché attaccano prevalentemente piante deperite e solo raramente piante in normali condizioni vegetative. E’ opportuno segnalare che le cause di deperimento possono essere sia naturali (freddi intensi, stress idrici, attacchi parassitari) che dovute all’uomo (es. alcune pratiche tipiche del vivaismo pistoiese come le zollature e i trapianti, in particolare a radice nuda).

Gli attacchi si evidenziano esternamente con emissione di rosura da piccoli fori su fusto o branche, presenza di gomma o resina e disseccamenti di rami. Il danno consiste in una alterazione, a volte letale, delle condizioni vegetative della pianta.

DIFESA

Mantenere le piante in buone condizioni vegetative è la prima forma di lotta a questi insetti. Qualora ciò non sia realizzabile o si verificano condizioni ambientali avverse è consigliabile, specialmente su conifere, pini in particolare, intervenire con un trattamento insetticida. Su Pinus, Cupressus e Cupressocyparis buoni risultati si ottengono intervenendo nel mese di Luglio, mentre su Olea europea è preferibile intervenire in primavera. Per altre piante l’epoca di intervento deve essere valutata in funzione del tipo di scolitide presente.

Diversi insetticidi, specialmente esteri fosforici, risultano efficaci contro gli scolitidi: azinphos-metil, metil-parathion, methidation.

1.24. CECIDOMIA DEL BOSSO

(Monarthropalpus buxi)

Questo insetto infesta le foglie del Buxus sempervirens. Le larve della cecidomia si sviluppano all’interno della lamina fogliare provocando un rigonfiamento ed una leggera decolorazione della porzione infestata. Su una stessa foglia possono essere presenti più mine che possono confluire. Le piante infestate vanno incontro prima ad ingiallimenti, poi a forti defogliazioni. L’insetto svolge una sola genarazione l’anno, con presenza degli adulti in maggio e sviluppo delle larve minatrici a partire dall’estate fino alla primavera successiva.

DIFESA

Contro la cecidomia del bosso in vivaio è consigliabile effettuare una lotta chimica, intervenendo in giugno-luglio contro le giovani larve. Risultano efficaci i prodotti a base di dimetoato, metomil, methidation e vamidotion.

1.25. CECIDOMIA DELLA GLEDITSIA

(Dasyneura gleditchiae)

Le giovani foglie della Gleditsia possono subire ingenti danni a causa di questo insetto. La larva della cecidomia si sviluppa all’interno della singola fogliolina provocandone un rigonfiamento ed un ispessimento della lamina. La foglia modificata assume la forma di un piccolo seme di mela ed una consistenza quasi legnosa. Gli organi colpiti disseccano e la pianta, in presenza di forti attacchi, subisce un arresto vegetativo consistente. Infestazioni limitate non arrecano particolari danni.

DIFESA

La cecidomia della Gleditsia può essere contenuta con trattamenti a base di metomil, methidation, vamidotion e dimetoato (quest’ultimo può causare fitotossicità). E’ da rilevare che questi interventi non sempre risultano efficaci e spesso debbono essere ripetuti.


2. ACARI


2.01. RAGNETTO ROSSO E RAGNETTO GIALLO

(Tetranychus spp. , Panonychus spp., Eotetranychus spp.)

Diverse specie di ragnetto possono procurare danni rilevanti su piante spoglianti o sempreverdi, erbacee o arboree.

La presenza degli acari sui vegetali è rilevata da una sintomatologia a carico delle foglie abbastanza simile a tutti i vegetali. Gli acari, pungendo la foglia e sottraendo liquidi cellulari e clorofilla dai tessuti, determinano sulla pagina fogliare decolorazioni argentee, bronzee o plumbee associate a ingiallimenti o arrossamenti più o meno diffusi della lamina fogliare. Le foglie gravemente colpite disseccano e cadono precocemente lasciando la pianta spoglia. In alcuni casi sugli organi colpiti si possono osservare delle ragnatele costituite da fili sericei molto fini. I ragnetti sono difficilmente osservabili ad occhio nudo, per cui è necessario avvalersi di una buona lente d’ingrandimento per verificarne la presenza sui vegetali.

DIFESA

In natura gli acari fitofagi sono controllati abbastanza efficacemente dai loro predatori. In coltivazioni intensive, come il vivaio, la presenza di questi predatori può venire meno per cui si può assistere a forti infestazioni di ragnetti. In queste condizioni si rende necessario il ricorso alla lotta chimica e a tal fine è opportuno, specialmente nel periodo primavera-inizio estate, controllare la vegetazione periodicamente con l’ausilio di una lente d’ingrandimento. Una volta verificata la presenza dei ragnetti sulle foglie (soglia indicativa: un ragnetto ogni 2 foglie) è necessario trattare. Se non è possibile effettuare i controlli sopradetti, si deve intervenire alla comparsa dei primi sintomi. I prodotti da usare sono quelli a base di: dicofol+tetradifon, fenbutatin-oxide, propargite (su alcuni vegetali, es. pero, può essere fitotossico), benzoximate. In genere un solo trattamento dovrebbe essere in grado di controllare l’infestazione, altrimenti deve essere ripetuto a distanza di 15-20 giorni. In caso di forti infestazioni è opportuno addizionare ad uno dei prodotti sopra elencati un acaricida a base di clofentazine o hexythiazox. Questi due prodotti possono anche essere utilizzati in forma preventiva nel periodo primaverile.

2.02. RAGNETTO DELLE CONIFERE

(Oligonychus ununguis)

Diverse conifere possono essere colpite da questo acaro: Picea, Abies, Juniperus, ed altre: Nel vivaismo pistoiese è abbastanza frequente rinvenirlo a carico del Picea glauca albertiana “Conica”. Il danno è localizzato a livello degli aghi, che inizialmente assumono una colorazione argentea, poi bronzea ed infine giallo rossastra. L’ago cade, causando una defogliazione della pianta. L’infestazione può interessare l’intera chioma o, più frequentemente, una porzione di essa.

DIFESA

E’ valido quanto detto per la lotta al ragnetto rosso.

2.03. ERIOFIDI DELLE ORNAMENTALI

(Trisetacus juniperinus, Aculus spp., ed altri)

Gli eriofidi sono un gruppo di acari fitofagi di piccolissime dimensioni, invisibili ad occhio nudo e spesso alle comuni lenti di ingrandimento. Provocano danni, alquanto variabili sia per intensità che sintomatologia, su diverse piante ornamentali. Nell’ambito del vivaismo pistoiese merita ricordare i danni provocati da Trisetacus juniperinus su Juniperus, Cupressus e Cedrus in cui determina l’accecamento delle gemme apicali con conseguente produzione di corti rametti e arresto di accrescimento. Altri danni da eriofidi sono stati segnalati saltuariamente, oltre che su fruttiferi come il pero, anche su Magnolia soulangiana e su Quercus.

DIFESA

Per rilevare la presenza sui vegetali degli eriofidi, considerando le loro piccole dimensioni, è necessario disporre di una adeguata attrezzatura. Accertato che il danno è imputabile a questo tipo di acari, è opportuno intervenire con prodotti a base di endosulfan o methasistox.


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PIANTE ORNAMENTALI DEI VIVAI PISTOIESI
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