Le malattie della Camellia

A cura di E.Ray Bond (Bond Nursery - Dallas)

Tradotto dall’American Nurseryman 1 Aprile 1996


Prima di tutto è importante riconoscere che non tutti i sintomi sono dovuti a delle malattie. Per esempio, le scottature solari sono spesso scambiate per malattie. I sintomi sono delle macchie giallo-brune nella parte centrale della pagina superiore della foglia. Le scottature solari vengono più facilmente alle varietà con variegatura virale e generalmente si presentano quando le piante vengono spostate in pieno sole. Se le camelie mostrano questi sintomi mettetele in un luogo più ombreggiato.

Un’altra situazione che viene spesso scambiata per una malattia sono i danni da salinità. Questo dipende da una eccessiva concimazione, per cui i sali diventano troppo concentrati nel terreno. I suoi sintomi sono delle bruciature marroni sui bordi delle foglie. Spesso le foglie che vengono colpite per prime sono le più giovani e quelle molto vecchie. Il problema si presenta più spesso e progredisce più rapidamente nelle piante allevate in contenitore rispetto a quelle in pieno campo, perché i vivaisti tendono a concimarle troppo.

Un sistema per prevenire questo inconveniente è quello di utilizzare un substrato molto buono e soprattutto molto ben drenato. Se le piante mostrano sintomi di danni da salinità, dilavate i sali con abbondanti irrigazioni e quindi rinvasantele in un altro contenitore con un substrato migliore.

Ora passiamo a trattare le diverse malattie che affliggono le camelie. Solo due di esse -l’apoplessia e i marciumi radicali- sono in genere fatali per le piante. C’è sempre una speranza, tuttavia, di guarire con i trattamenti tutte le malattie. Ricordate che i nomi dei prodotti commerciali e le dosi vengono fornite solo come riferimento e solo per vostra informazione. Contattate gli uffici competenti per verificare i prodotti raccomandati e registrati per questi usi nel vostro paese. Inoltre seguite sempre scrupolosamente le istruzioni riportate sulle etichette.

Apoplessia

Probabilmente l’apoplessia è la malattia delle camelie più comune e diffusa, che viene provocata dal fungo Glomerella cingulata. Molte camelie vivono per anni con l’infezione in corso, ma poi alla fine muoiono. In genere colpisce le piante deboli e trascurate, per cui una delle prevenzioni più efficaci è di mantenerle sane e robuste.

L’apoplessia colpisce in prevalenza nelle zone più umide, e si verifica quando il fungo entra nella pianta attraverso tagli, ferite in genere, comprese le cicatrici delle foglie che cadono in primavera. Il fungo in genere è originato da goccioline d’acqua contaminata o trasportato dalle piante infette vicine. In ambiente abbastanza umido anche gli insetti possono trasportare l’infezione se vengono in contatto con il taglio o la ferita di una pianta.

L’apoplessia si manifesta in varie maniere secondo lo stadio vegetativo o la parte di pianta infetta. In piante molto giovani o talee appena radicate, la foglia nuova può apparire piccola, debole e afflosciata. La pianta muore velocemente. L’apoplessia dei rametti colpisce le nuove cacciate. Sulla vegetazione più recente le foglie avvizziscono mentre il resto della pianta sembra normale. Qualche volta l’avvizzimento è così esteso che i sintomi si confondono con quelli del marciume radicale. Per alcuni giorni le foglie della parte avvizzita si seccano e si decolorano lievemente. Dopo tre quattro giorni cominciano a diventare brune e cadono dal ramo. La pianta dopo di questo può vivere ancora per un po’ ma è condannata a morire se l’infezione non viene eliminata.

Un’altro sintomo dell’apoplessia è una escrescenza o un cancro che spesso appare dove una ramo muore o vicino ad una cicatrice fogliare. Il cancro, che può anche gemere del liquido nelle zone più umide, in genere si trova vicino all’attaccatura del ramo o una biforcazione. Può anche trovarsi vicino ad una lenticella, una cicatrice, una ferita o un taglio di potatura. Se i tessuti intorno ad un taglio o una ferita non sembrano rimarginarsi bene o abbastanza velocemente (in genere una ferita impiega tre giorni a rimarginarsi), probabilmente si è infettata. Le ferite più tempo impiegano a rimarginarsi e più sono vulnerabili alle infezioni di apoplessia.

Il miglior sistema per controllare l’apoplessia della Camellia è la prevenzione. Un trattamento fungicida di Captan in miscela con Cleary 3336 è molto efficace. Potrete migliorarlo aggiungendo un prodotto bagnante per aumentare la copertura. Questo trattamento è in grado di arrestare l’infezione e impedire che si diffonda. Raccomando un trattamento ogni 2-3 settimane in particolare in primavera, nel periodo in cui perdono le foglie, iniziando da metà-fine Marzo, continuando fino a tutto Maggio.

Voi non dovete fare dei trattamenti fungicidi solo per il gusto di farli: non è ne economico ne salutare. Se le piante sono sane e pulite non è necessario. Ma se la stagione primaverile è molto umida e piovosa e vi sono già dei focolai di infezione non esitate a trattare. Inoltre ripulire le piante e la zona di coltura aiuta molto. Il materiale infetto va distrutto col fuoco non semplicemente gettato via ed è meglio sacrificare una pianta intera troppo infetta che provare a risanarla assieme alle altre.

Per risanare le piante ammalate di apoplessia non c’è altro mezzo che la chirurgia: tagliate i rami ammalati con attrezzi sterilizzati fino alla zona di colorazione bruno-arancio che delimita la zona infetta. Le forbici vanno sterilizzate ad ogni taglio! Altrimenti rischiate di diffondere l’infezione su tutti i rami che incidete! Delle buone soluzione sterilizzanti sono costituite da alcool isopropilico al 70%, oppure ipoclorito di sodio al 10% (varechina) o infine la soluzione concentrata di Captan e Cleary 3336 (due cucchiai da tavola in 5 litri d’acqua). Un trucco per lavorare più liberi è quello di mettere l’alcool dentro uno spruzzatore e nebulizzarlo sulle forbici dopo ogni taglio (in questo caso è meglio della varechina perché il cloro corrode i metalli). Invece la varechina è più indicata per disinfettare direttamente le ferite perché rimane per meno tempo a contatto con la pianta.

Gli stessi principi si applicano per la pulizia dei rami dai cancri. Se il cancro è piccolo lo potete tagliare via con un coltello (sterilizzato). Se invece è grosso e su una ramo principale, tagliate tutto quello che si trova sopra, tornando indietro al primo nodo, fino ad arrivare al legno sano.

Dopo aver eliminato la parte infetta, trattate il taglio sul legno sano con varechina o la soluzione anticrittogamica, per eliminare il rischio di reinfezioni. Nelle zone molto umide verniciate i grossi tagli (di diametro superiore a mezzo centimetro) con mastice da ferite (non a base di sostanze petroleose).

In fine alcune specie di Camellia sono più resistenti all’apoplessia. In genere C.sasanqua è più suscettibile di C.japonica e le varietà comuni sono più resistenti di quelle selezionate.

Marciume radicale

Il marciume radicale è una grave affezione che nelle sue fasi iniziali viene spesso confusa con l’apoplessia. Le camelie prendono questa malattia prevalentemente perché noi, involontariamente, gliela procuriamo. Queste piante hanno bisogno di ossigenare le radici e spesso per questo scopo hanno delle radici superficiali fuori dal terreno. Sfortunatamente molti vivaisti, vedendo queste radici, le ricoprono col terriccio. Allo stesso modo, un substrato troppo fine e compatto, è sicuramente una condanna al marciume. La torba fine, poco fibrosa, toglie l’aria alle radici perché non è porosa e inoltre trattiene troppa acqua per questo le radici asfissiano e diventano suscettibili al marciume più comune: quello causato dalla Phytophthora cinnamomi.

I sintomi del marciume da Phytophthora sono un’imbrunimento delle foglie con le nervature che rimangono in rilievo e spesso una graduale e progressiva defogliazione. Durante i periodi più umidi l’intera pianta può avvizzire completamente di colpo, come se fosse colpita da apoplessia.

Come misura preventiva, non piantate le camelie troppo profonde. Se le trapiantate in terra assicuratevi che il posto non sia soggetto a ristagni. Per quelle coltivate in contenitore invece procuratevi un substrato molto sciolto e che assicuri una buona aereazione e drenaggio.

Consiglio di aggiungere al substrato 10-20% di sabbia fine bilanciata con altrettanta corteccia di pino della macinazione da 0,5 a 1,5 cm. Questo dovrebbe assicurare un perfetto drenaggio. La corteccia di pino inoltre ha un’altro vantaggio: contiene una sostanza che ritarda lo sviluppo della Phytophthora.

Mantenete il pH del substrato tra 5,5 e 6.5 per ottenere lo sviluppo ottimale e delle piante sane. più il pH si avvicina a 6,0-6,5 e più le camelie sono resistenti alle malattie. Per aumentare il pH potete utilizzare del calcare dolomitico, che è l’additivo più diffuso ed economico.

Tuttavia non dovete essere schiavi del pH: un buon drenaggio è molto più importante.

E’ sconsigliato mischiare il concime con il substrato. Sono preferibili i concimi a lenta cessione in copertura. Mantenete il substrato umido, non bagnato. Le irrigazioni regolari aiutano il concime a lenta cessione a cedere gradualmente le sostanze nutritive alle radici. E se le radici, ben ossigenate, ricevono la giusta quantità di fertilizzante, le piante crescono più rapidamente, sono più sane e resistenti ai marciumi radicali.

Un’altra misura di prevenzione è quella di applicare un fungicida specifico come il Ridomil alle piante più suscettibili come la C.japonica e la C.reticulata, una volta in Marzo e una seconda volta in Settembre. Delle varietà di Camellia più comuni solo queste ed i loro ibridi sono ritenute suscettibili alla Phytophthora cinnamomi. Molte camelie, comprese C.sasanqua e C.oleifera sono immuni a questo marciume radicale.

Se le vostre piante mostrano sintomi di marciume potete essere in grado di controllare ed eradicare l’infezione, se non è troppo progredita. Usate dei fungicidi come l’Aliette o simili per curare il marciume radicale da Phytophthora.

Negli Stati Uniti sono stati introdotti dei prodotti biologici che possono risultare molto utili nel controllo della Phytophthora o di altri funghi. Uno di questi l’Actinovate impiega un ceppo del microorganismo Streptomyces lydicus. I test in campo di questo prodotto indicano che i risultati ottenuti sono positivi e consentono di ottenere delle piante più sane poiché contrasta tutta una serie di microorganismi dannosi. Il prodotto viene miscelato al substrato, ma può anche essere distribuito sul terreno delle piante già a dimora.

Disseccamento dei petali della Camellia

La più diffusa malattia non letale della Camellia è il disseccamento dei petali, causato dal fungo Ciborinia camelliae. Questo patogeno attacca solamente la Camellia, nessun’altra pianta, e colpisce solo i fiori, mai le foglie i fusti o le radici.

Questa malattia non si propaga di fiore in fiore come fanno altre patologie analoghe. Essa è caratterizzata da una macchia marrone sui petali che si espande rapidamente fino a occupare tutto il fiore. Si può verificare lo sviluppo di una lanugine grigia alla base del fiore, dove è attaccato al germoglio. L’area del fiore infetta è vischiosa.

I fiori infetti cadono a terra e alla loro base si sviluppano delle masse nere, compatte di sclerozi. Questi sclerozi, che possono essere lunghi 1,5-2 cm, sono la forma che consente al fungo di sopravvivere fino alla prossima stagione e si possono conservare vitali nel terreno anche per più di cinque anni.

Lo sclerozio produce un fungo grigio brunastro, molliccio, che disperde le spore nell’aria. Il vento le porta sui fiori delle camelie, che vengono infettate, e ricomincia il ciclo. E’ il vento l’agente diffusore dell’infezione, che può trasportarla fino a un chilometro e più, dipende dalle condizioni di umidità e temperatura.

Anche se la malattia non è fatale per la pianta è molto pericolosa per i vivaisti che si ritrovano delle piante invendibili per quella stagione.

Spesso mi chiedono come combattere questa malattia ma sfortunatamente, quando vengono notati i sintomi sui fiori, è troppo tardi non si può eradicare.

L’unica cosa che si può fare è la prevenzione e la cura dell’igiene.

Per prevenire il disseccamento dei petali coprite il terreno intorno alle piante con un telo nero oppure pacciamatelo con 10-15 cm di aghi di pino. Usando uno o entrambi questi accorgimenti si riduce il pericolo di infezione di oltre il 95%.

Se sospettate di avere una infezione in corso asportate subito tutti i fiori infetti e i petali (anche quelli caduti al suolo o sulla vegetazione, sia infetti che non). Non gettateli con gli altri materiali, ma distruggeteli col fuoco.

Se le piante infette sono in serra o sotto tunnel portate fuori le camelie, pulite tutto e poi disinfettate l’ambiente meglio che potete. Asportate lo strato superficiale di terriccio, circa mezzo centimetro, dai contenitori e, se è possibile, lo strato superficiale di un centimetro del fondo della serra. Possibilmente sterilizzate col vapore il terreno ed il terriccio asportato. Dopo aver eseguito queste operazioni cercate di non far ritornare le camelie in quella serra per almeno cinque anni.

Muffa grigia dei fiori

Detta più esattamente botrytis dei fiori, colpisce in prevalenza l’interno dei fiori maturi che hanno subito un qualche danno. Il freddo, gli spruzzi d’acqua, il vento o altro spesso danneggiano le fioriture. L’elevata umidità e temperatura unite a una scarsa circolazione d’aria sono spesso i fattori che favoriscono l’insorgere di questa malattia.

Il sintomo più frequente è lo sviluppo di una muffa grigia, polverosa, in particolare su gli stami. A differenza del disseccamento dei petali, questa malattia si diffonde rapidamente, con la polverina grigia, di fiore in fiore, danneggiando tutti quelli che raggiunge.

La muffa grigia dei fiori non è un problema grave se non viene trascurato. Anche in questo caso la prevenzione è importante. Cercate di mantenere una buona circolazione d’aria intorno alle piante e quando le potate sfoltite gli ammassi di vegetazione per favorire l’aereazione dentro la chioma. Raccogliete i fiori che cadono a terra, non li lasciate marcire ma distruggeteli. Eliminate anche quelli infetti sulle piante: una volta colpiti non saranno più recuperabili. I normali fungicidi, attivi contro la Botrytis, riescono a controllare bene gli attacchi della malattia.

Galle delle foglie e del colletto

Le galle delle foglie sono delle affezioni minori causate da un fungo del genere Exobasidium. Si verificano sui nuovi germogli all’inizio della primavera ed in genere colpiscono solo uno o due germogli di cui solo alcune foglie sono infette. Si controlla molto facilmente: basta rimuovere le foglie infette sia sulle piante che a terra. Non sono necessari trattamenti fungicidi perché con l’arrivo del sole estivo le galle seccano e scompaiono.

Le galle del colletto sono una malattia poco frequente sulle camelie, causata dal comunissimo fungo Agrobacterium tumefaciens. La miglior difesa è di trapiantare su terreno disinfettato e non provocare ferite al colletto con le lavorazioni. Se si trova una Camellia infetta è necessario distruggere l’intera pianta e disinfettare il terreno da dove si è estirpata.

Variegature da virus, maculature e scabbia delle foglie

Le variegature irregolari delle foglie e dei fiori in genere sono causate e da virus (ma in altri casi sono caratteristiche genetiche varietali). Non vi sono cure per le virosi ma non preoccupatevi, non sono molto dannose: rallentano solo un poco la crescita delle piante. Inoltre possono conferire un aspetto più attraente. L’inconveniente principale è che le foglie variegate sono più soggette alle scottature solari.

Le maculature fogliari sono delle macchie di colore variabile provocate da funghi (penetrati all’interno della foglia da una ferita) o da alghe in superficie. Non sono un problema grave e si controllano facilmente con fungicidi a base di rame.

La scabbia delle foglie è un problema fisiologico che si manifesta con delle aree irregolari suberificate e rilevate nella pagina superiore e un’imbrunimento nella pagina inferiore. Non è provocata da un patogeno ma dalle condizioni ambientali. L’eccesso di umidità nell’aria, il ristagno idrico intorno alle radici o le estreme fluttuazioni tra eccesso idrico e substrato troppo asciutto provocano in genere questa fisiopatia.

Rimuovere le cause del problema è l’unica soluzione, ma il miglioramento si noterà solo al successivo cambio di fogliame.


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