Ce.Spe.Vi.

Torna a IDRI
Progetto IDRI
Razionalizzazione dell'impiego delle risorse idriche e dei fertilizzanti nel florovivaismo
Ente finanziatore: ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agro-forestale
Ente promotore: Ce.Spe.Vi. - Centro Sperimentale per il Vivaismo di Pistoia
Coordinatore Scientifico: Prof. Alberto Pardossi (Università di Pisa)


Note Pratiche sulla Concimazione delle Colture Florovivaistiche in Contenitore

Alberto Pardossi e Paolo Marzialetti


Premessa
In questo documento viene illustrato un semplice protocollo di concimazione per le colture florovivaistiche in contenitore a ciclo aperto (cioè, senza recupero delle acque di drenaggio). L'intenzione è quella di fornire uno strumento operativo di facile comprensione ed impiego, anche da parte di chi non ha particolare competenze tecnico-scientifiche (è sufficiente conoscere come si utilizza un misuratore portatile di conducibilità elettrica e pH).

Approccio
Un razionale piano di concimazione consiste nel somministrare alla coltura un'adeguata quantità di elementi minerali riducendo al minimo l'impiego dei fertilizzanti. L'obiettivo è, chiaramente, quello di ridurre il costo di produzione e, soprattutto, limitare il più possibile l'inquinamento ambientale provocato dai nutrienti, come l'azoto ed il fosforo, veicolati dalle acque di drenaggio. Questo obiettivo non può prescindere dall'ottimizzazione del regime irriguo che, di fatto, si realizza attraverso la determinazione della frazione di drenaggio ottimale (leaching fraction o LF) sulla base della quale può essere prima definito e poi controllato il regime irriguo.
Il diagramma sottostante illustra i passaggi necessari per arrivare alla definizione completa del programma di concimazione.

OBIETTIVO CLASSI
TIPOLOGIE DI INTERVENTO
O DI CONCIMI
  1. Classificazione delle specie coltivate in funzione delle esigenze nutritive   *    Fabbisogni nutritivi bassi
  *    Fabbisogni nutritivi medi
  *    Fabbisogni nutritivi alti
  2. Determinazione della frazione di drenaggio (LF)

 
  3. Piano di concimazione (1): concimazione pre-trapianto (del substrato)   *    Concimi a pronto rilascio
  *    Concimi a rilascio controllato
  4. Piano di concimazione (2): fertirrigazione   *    Fertirrigazione continua
  *    Fertirrigazione discontinua
  5. Monitoraggio della coltura   *    Acqua di drenaggio
  *    Substrato

Classificazione delle specie ornamentali in funzione dell'esigenze nutritive
Le specie ornamentali, come tutte le specie vegetali coltivate, possono essere raggruppate in base alle esigenze minerali. Classificare le specie in almeno tre categorie (con fabbisogni nutritivi bassi, medi od alti) consente di scegliere il regime di fertilizzazione più adeguato dal punto di vista della produzione quanti-qualitativa e della sostenibilità del processo produttivo. Tale classificazione, poi, è importante anche a livello organizzativo, perché, ad esempio, nelle aziende vivaistiche caratterizzate da un mix produttivo molto vasto, consente di suddividere le aree di coltivazione in settori con specie vegetali simili dal punto di vista dei fabbisogni nutritivi.
Purtroppo, non esistono in letteratura pubblicazioni che riportano in modo chiaro ed univoco le esigenze minerali delle tante specie di interesse florovivaistico, anche perché queste possono essere influenzate dalle condizioni di coltivazione e variare da cultivar a cultivar. In generale, potremmo solo dire che le latifoglie, le sempreverdi, le piante coltivate in serra ed in contenitore tendono ad avere esigenze superiori a quelle, rispettivamente, delle conifere, delle specie decidue e delle piante coltivate a terra ed in piena aria.
Di seguito si riportano alcuni criteri con cui i florovivaisti, anche sulla base di un'attenta osservazione del comportamento delle piante in vivaio od in serra, possono provvedere ad una classificazione delle varie specie coltivate.
  1. Resistenza alla salinità. La resistenza alla salinità, in genere, si esprime attraverso il valore della conducibilità elettrica dell'acqua irrigua (ECI) e/o del substrato di coltivazione (ECSUB) sopra il quale inizia a manifestarsi un'evidente riduzione del tasso di crescita. In generale le specie ornamentali sono considerate relativamente poco tolleranti alla salinità del substrato e dell'acqua irrigua; esistono, comunque, notevoli differenze tra una specie e l'altra. Una pianta poco tollerante alla salinità richiede, solitamente, una minore quantità di elementi fertilizzanti, come pure un frazionamento spinto del rifornimento nutritivo, così da evitare un innalzamento eccessivo di ECI o ECSUB.
  2. Consumi idrici. Esiste, in genere, una correlazione positiva tra consumi idrici e fabbisogni nutritivi. Una specie che richiede molta acqua normalmente si accresce rapidamente e, conseguentemente, ha necessità di quantità relativamente elevate di elementi minerali. In rete (http://www.wateright.org/site2/publications/wucolsb.pdf) è disponibile un documento (formato pdf) nel quale sono riportati i fabbisogni idrici di numerose specie ornamentali (perlopiù, da vivaio in piena aria): Water Use Classifications of Landscape Species (WUCOLS), curato da University of California Cooperative Extension e dal California Department of Water Resources University of California Cooperative Extension.
  3. Contenuto fogliare di macroelementi. Un elevato valore della concentrazione ottimale di macroelementi nelle foglie è normalmente indice di un notevole fabbisogno nutritivo. Molti testi riportano questi valori per numerose specie ornamentali (e.g., Plant Analysis Handbook II, ed. H.A. Mills e J.Benton Jones, Micromacro Publishing, Athens, USA, 1996). Le tabelle 1 e 2 consentono di suddividere le specie in tre gruppi diversi in funzione della concentrazione ottimale di nutrienti nelle foglie (Aendekerk, 1996).

Tabella 1. Classificazione delle specie ornamentali in funzione del loro fabbisogno nutritivo, stimato in base alla concentrazione fogliare (% sost. secca) di macronutrienti.

NUTRIENTE FABBISOGNO NUTRITIVO DELLA COLTURA
Basso Medio Alto
N 1,7 - 2,4 2,4 - 3,0 > 3,0
P 0,2 - 0,3 0,3 - 0,5 > 0,5
K 1,0 - 1,5 1,6 - 2,2 > 2,2

Tabella 2. Intervalli di sufficienza (% sostanza secca) del contenuto minerale delle foglie di alcune gruppi di specie ornamentali (valori indicativi ricavati da testi diversi).

SPECIE N P K
Specie ornamentali in genere 3,5 - 5,5 0,4 - 1,0 2,0 - 8,0
Specie da vaso fiorito 3,0 - 5,0 0,3 - 0,7 2,5 - 4,0
Specie da bordura fiorita 3,5 - 4,5 0,4 - 0,7 2,0 - 6,0
Specie da fiore reciso 4,0 - 6,0 0,2 - 0,6 3,5 - 6,0
Arbusti ornamentali 2,5 - 3,5 0,2 - 0,5 1,5 - 3,0
Conifere 1,3 - 3,0 0,2 - 0,5 1,0 - 2,0

Determinazione della frazione di drenaggio (LF)
Nelle colture in contenitore, per vari motivi i volumi irrigui erogati sono normalmente superiori rispetto alle effettive necessità fisiologiche della coltura: per consentire un'umidificazione uniforme della zona radicale, per compensare la difformità nella portata effettiva dei singoli erogatori (gocciolatori, irrigatori, ecc.) e nella traspirazione delle singole piante, e per evitare l'accumulo di sali, presenti nell'acqua irrigua e/o aggiunti con i concimi minerali, nel substrato di coltura. Di fatto, ad ogni irrigazione, viene distribuita alle piante una quantità di acqua tale da portare il contenuto idrico del sistema substrato-contenitore al di sopra della sua capacità di ritenzione idrica; così, dopo ogni intervento irriguo, c'è dell'acqua che percola dal fondo del vaso (acqua di drenaggio).
La frazione di drenaggio LF rappresenta il rapporto (in genere, percentuale) tra il volume dell'acqua erogata (I) e quello dell'acqua di drenaggio (D):
LF = D / I
Nelle colture in vaso, i valori di LF oscillano tra il 0,2 e 0,5 (20-50%). La LF deve essere tanto più alta quanto maggiore è la ECI e/o minore è la resistenza alla salinità della coltura.
Più è alta la LF, minori sono le differenze tra ECI (presumibilmente è quella ottimale per la specie in questione) e la conducibilità elettrica dell'acqua di drenaggio ECD. La ECSUB è approssimativamente uguale alla media tra ECI e ECD; la ECD non dovrebbe superare del 50% il valore di ECI. La tabella 3 consente di determinare rapidamente la LF in funzione di ECIe della tolleranza alla salinità alla coltura, espressa come valore massimo di ECSUB o di ECD; i valori di LF sono quelli (arrotondati) calcolati con la seguente equazione (Reed, 1996):

 LF = ECI
 
5·(ECSUB - ECI)

Tabella 3. Percentuale di drenaggio (leaching fraction o LF) per colture in contenitore con diverso grado di tolleranza alla salinità (espresso come valore massimo della conducibilità elettrica del substrato ECSUB o dell'acqua di drenaggio ECD), in funzione della conducibilità elettrica dell'acqua di irrigazione o di fertirrigazione (ECI).

ECI (µS/cm) RISPOSTA DELLA COLTURA ALLA SALINITA' DEL SUBSTRATO
(massimo valore di ECSUB  o ECD)
< 1400 µS/cm < 2100 µS/cm < 2800 µS/cm < 3500 µS/cm
1000 50 % 30 % 15 % 15 %
1200   30 % 15 % 15 %
1400   40 % 20 % 15 %
1600   65 % 30 % 20 %
1800     40 % 25 %
2000     50 % 30 %
2200     75 % 35 %
2400       45 %
2600       60 %
2800       80 %

Piano di concimazione (1): concimazione pre-trapianto
La concimazione pre-trapianto consiste nell'aggiungere una certa quantità di fertilizzanti al substrato prima del trapianto/rinvaso, in modo da garantire una certa riserva nutritiva. Le dosi non devono essere eccessive sia per favorire la radicazione delle piante sia per evitare stress da salinità eccessiva. La concimazione pre-trapianto è integrata durante la coltivazione con la fertirrigazione.
Di seguito si riporta una concimazione tipica:

Fabbisogno nutritivo della coltura Basso Medio Alto
  Dose (Kg/m3)
Concime minerale complesso con titolo equilibrato
(ad es. Nitrophoska Blu 12-12-17, + microelementi)
0,8 1,0 1,2
Concime a rilascio programmato a titolo equilibrato (es. 15-10-12+micro)
*   Trap. in marzo-aprile: tempo di rilascio di 8-9 mesi
*   Trap. in aprile-maggio: tempo di rilascio di 5-6 mesi
*   Trap. in giugno-luglio: tempo di rilascio di 3.4 mesi
0,5-0,7 0,8-1,4 1,5-2,0
Concime a rilascio programmato con titolo equilibrato (es. 15-10-12) e tempi di rilascio di 12-14 mesi nel caso di conifere e specie sempreverdi 0,8 1,0 1,2

Piano di concimazione (2): fertirrigazione
La fertirrigazione consiste nel somministrare una soluzione nutritiva completa attraverso l'impianto di irrigazione, in genere a goccia od a sorsi. La fertirrigazione può essere continua, cioè il concime viene distribuito ad ogni intervento irriguo, o discontinua, in genere a frequenza settimanale; nel secondo caso si usano concentrazioni più elevate. La fertirrigazione deve prevedere un'acidificazione dell'acqua irrigua (consigliabile in ogni caso) allo scopo di rendere gli elementi nutritivi più solubili, per facilitare l'assorbimento radicale ed evitare anche il pericolo che i fenomeni di precipitazione chimica danneggino gli impianti irrigui.
I valori di pH ottimali sono i seguenti:
Specie acidofile 4,3 - 4,5
Conifere 4,8 - 5,2
Altre specie 5,5 - 6,0 (<6,5)

Le soluzioni nutritive possono essere preparate utilizzando dei sali semplici (per fertirrigazione) oppure dei concimi idrosolubili. Di seguito si riportano le dosi indicative per i vari gruppi di specie.

Fertirrigazione continua o discontinua settimanale (valori tra parentesi)
 Fabbisogno 
nutritivo della 
coltura
N P K Idrosolubile
20-10-10
ECI *
  mg/l o ppm mg/l µS/cm
  Vivaio in piena aria o sotto ombrario
Basso 60 (150) 15 (38) 40 (80) 300 (750) 500 (1000)
Medio 100 (300) 25 (75) 80 (240) 500 (1500) 700 (2100)
Alto 140 (350) 35 120 700 (2100) 1000 (2900)
  Serra
Basso 80 (200) 20 (38) 65 (200) 400 (1000) 500 (1400)
Medio 120 (360) 30 (90) 100 (300) 700 (2100) 1000 (2900)
Alto 160 (480) 40 (120) 130 (390) 800 (2400) 1100 (3400)
I valori di ECI sono puramente indicativi; sono stati, infatti, calcolati sulla base 
della concentrazione del concime idrosolubile e non tengono conto dell’acqua irrigua disponibile.

Il ferro ed i microelementi possono essere forniti aggiungendo alla soluzione di fertirrigazione un prodotto a base di chelati in concentrazione pari a 20-50 mg/l.

Monitoraggio della coltura (1): la misura dell'acqua di drenaggio
Nelle colture su substrato irrigate a pioggia e soprattutto a goccia od a sorsi, è di fondamentale importanza il continuo monitoraggio del volume e della conducibilità elettrica delle acque di drenaggio (ECD).
Il volume del drenaggio serve per determinare l'effettiva LF e confrontarla con i valori prestabiliti. Valori di LF superiori od inferiori a quelli previsti indicano la necessità di modificare il regime irriguo e, prima ancora, di verificare il corretto funzionamento dell'impianto di irrigazione: una riduzione della portata dei gocciolatori, ad esempio, potrebbe essere la causa di una LF inferiore a quella desiderata.
La misura della ECD può suggerire la necessità di modificare il regime irriguo e/o la fertilizzazione, prima che sia la coltura stessa a farlo attraverso la riduzione della crescita o la comparsa di fisiopatie (necrosi, clorosi, ecc.) più o meno gravi.
La relazione tra ECD, LF e ECI (concentrazione della soluzione nutritiva erogata dall'impianto di fertirrigazione) è descritta dalla seguente equazione (Sonneveld, 2000):
ECD = [ECI -(1- LF) · ECA]
LF

ECA è la concentrazione (espressa come conducibilità elettrica) apparente dell'acqua assorbita dalle radici, che dipende dalle caratteristiche fisiologiche della coltura legate alla specie, allo stadio di sviluppo ed anche alle condizioni ambientali. Normalmente, ECDè superiore a ECI, in quanto ECAè inferiore a ECI (il rapporto ECA/ECI oscilla tra 0,4 e 0,8). Questa differenza dovrebbe essere intorno a 300-500 µS/cm, in ogni caso mai superiore ad 1000 µS/cm, in modo da evitare una salinizzazione indesiderata del substrato. Si consideri che, almeno nel caso di substrati normalmente irrigati, la concentrazione salina dell'acqua all'interno del substrato (ECSUB) è approssimativamente uguale alla media aritmetica tra ECI e ECD(Sonneveld, 2000). I valori massimi di ECDdipendono dalla resistenza della coltura alla salinità (v. Tabella 4).

Tabella 4.
Valori massimi della conducibilità elettrica dell'acqua di drenaggio (ECD) nella coltivazione in contenitore di specie ornamentali con diversa tolleranza alla salinità

TOLLERANZA ALLA SALINITÀ DELLA COLTURA MAX ECD (µS/cm)
Bassa 1300 - 1500
Moderata 1800 - 2000
Alta 2400 - 2500
Molto alta 2800 - 3000

La simulazione della Figura 1 di seguito è stata realizzata utilizzando l'equazione precedente. E' evidente che sia la diminuzione di LF che quella dell'assorbimento minerale delle radici (cioè, di ECA e quindi del rapporto ECA/ECI) determinano un aumento della EC della soluzione di drenaggio (ECD). Al contrario, la soluzione di drenaggio può risultare meno concentrata rispetto a quella erogata, se LF è particolarmente bassa e, nel contempo, ECA è maggiore di ECI; più semplicemente, anche se in modo non del tutto esatto, se le piante assorbono gli elementi nutritivi con un tasso superiore a quello con cui vengono alimentate.

Figura 1. Relazione tra la frazione di lisciviazione (LF) ed il rapporto tra la conducibilità elettrica dell'acqua di drenaggio (ECD) e quella di irrigazione/fertirrigazione (ECI). Per valori del rapporto ECA/ECI pari ad 1, ECD è uguale a ECI indipendentemente da LF (la relazione è indicata dalla linea più spessa). Inoltre, per valori di LF tendenti ad 1, ECI, ECD e quindi ECSUB (pari alla media tra ECI e ECD) tendono a coincidere.



Così, una marcata differenza tra ECD ed ECI, in un senso o nell'altro, indica la necessità di modificare LF (quindi, il regime irriguo) e/o la concentrazione della soluzione di fertirrigazione. Se ECD è maggiore di ECI, probabilmente il valore di LF è troppo basso (cioè, stiamo sottostimando il fabbisogno idrico) o, se così non è, il rifornimento nutritivo è eccessivo rispetto alle esigenze della coltura in questione; occorre, quindi, ridurre la concentrazione della soluzione di fertirrigazione. Un marcato, magari anche improvviso, aumento di ECD potrebbe essere causato da un aumento della velocità di rilascio dei nutrienti dal concime a lento effetto aggiunto al substrato. Diversamente, un valore di ECD inferiore a ECI è indice di un rifornimento nutritivo insufficiente; in tal caso, appare opportuno aumentare la concentrazione (ECI) e/o il volume della soluzione nutritiva erogata, sempre che LF non sia già troppo alta.
Inutile dire che nel caso di un'eccessiva salinità del substrato questo deve essere dilavato aumentando la frequenza ed i volumi irrigui; vale la pena ricordare, però, che nel caso di colture fertirrigate non deve mai essere erogata della sola acqua, ma sempre della soluzione nutritiva, pur con una concentrazione salina ridotta (indicativamente pari al 50-30% di quella ottimale).
Nella Tabella 5 si riportano in modo schematico le cause di un'eccessiva differenza (in un senso o nell'altro) tra ECI ed ECD ed i relativi interventi correttivi.

Tabella 5. Possibili cause e rimedi per un'eccessiva discrepanza tra i valori della conducibilità elettrica dell'acqua di irrigazione/fertirrigazione (ECI) e di drenaggio (ECD).

  Cause Rimedi
ECD > ECI LF troppo bassa Controllare LF ed impianto irriguo (verificare l’eventuale perdita di portata dell’impianto); eventualmente, modificare il regime irriguo
ECI troppo alta (ECA < ECI) Controllare ECI ed il funzionamento del fertirrigatore (es. portata delle pompe dosatrici, taratura delle sonde di EC); ridurre ECI
Rilascio di nutrienti da parte dei CLR1 superiore al previsto (ad es. a causa di un innalzamento della temperatura) Aumentare LF e ridurre ECI, in modo da dilavare il substrato
ECD < ECI LF troppo bassa Controllare LF ed impianto irriguo (verificare l’eventuale perdita di portata dell’impianto); eventualmente, modificare il regime irriguo
ECI troppo bassa (ECA > ECI)
(Fabbisogno nutritivo della coltura superiore al previsto)
Controllare ECI ed il funzionamento del fertirrigatore (es. portata delle pompe dosatrici, taratura delle sonde di EC); aumentare ECI ed eventualmente LF
  1 CLR: concimi a lento rilascio

Monitoraggio della coltura (2): l'analisi del substrato
In serra ed in vivaio è spesso necessario analizzare i substrati di coltura per meglio gestire l'irrigazione e la concimazione e chiarire, eventualmente, le cause di una crescita stentata delle piante o della comparsa di una fisiopatia d'incerta eziologia. Non sempre, però, è possibile ricorrere alle tradizionali (e costose!) analisi di laboratorio, soprattutto quando occorre avere una risposta “in giornata”.
Grazie alla ricerca scientifica ed allo sviluppo tecnologico nel campo del monitoraggio ambientale ed industriale, oggigiorno sono disponibili in commercio dei veri e propri laboratori tascabili con i quali è possibile misurare, in pochi minuti ed in modo sufficientemente accurato, il pH, la EC ed il contenuto dei principali elementi nutritivi dei substrati di coltura (azoto, fosforo e potassio). Un'analisi di questo tipo, restringendo il campo d'indagine ai parametri sopra elencati, costa solo pochi euro per campione, includendo l'ammortamento della strumentazione, il cui costo si aggira intorno ad un migliaio di euro.
Esistono due protocolli principali per l'analisi rapida (on-farm) dei substrati: in entrambi i casi, comunque, le determinazioni analitiche sono effettuate sulla soluzione acquosa derivata dall'estrazione del substrato (metodo dell'estratto acquoso) o recuperata dal fondo del vaso dopo una leggera innaffiatura con acqua deionizzata (metodo del percolato indotto).

Metodo dell'estratto acquoso
In una bacinella di plastica, si aggiungono circa 300-400 ml del campione costituito dal substrato prelevato da più vasi. Il substrato viene inumidito aggiungendo lentamente dell'acqua deionizzata e mescolando con una spatola, in modo da arrivare alla cosiddetta capacità idrica di contenitore (corrisponde alla quantità di acqua che il substrato riesce a trattenere contro la forza di gravità), facilmente riconoscibile dalla formazione di un velo di acqua libera sul fondo della vaschetta. Se il substrato è stato prelevato subito dopo un'irrigazione, è necessaria pochissima acqua. Successivamente, ad una bottiglia graduata contenente 450 ml di acqua deionizzata si aggiunge con un cucchiaio il substrato umidificato fino ad arrivare a 700 ml di volume totale, nel caso di un rapporto volumetrico di estrazione (substrato:acqua) di 1:1,5 (è il più usato). Si tappa la bottiglia, si agita energicamente per un minuto, si lascia riposare per mezz'ora, dopodiché si filtra; sul filtrato si effettuano le varie determinazioni ed i risultati sono confrontati con valori di riferimento come quelli della Tabella 6.

Metodo del percolato indotto
Il campione deve essere raccolto alla fine di un'irrigazione, dopo aver lasciato percolare l'acqua in eccesso. Dopo aver posto il vaso in un sottovaso, si aggiunge molto lentamente ed il più uniformemente possibile dell'acqua deionizzata sulla superficie del substrato. Il percolato, raccolto nel sottovaso, viene eventualmente filtrato (se troppo torbido) ed analizzato. Il metodo è apparentemente molto semplice, ma l'interpretazione è assai difficile (v. Tabella 7); indicativamente, i valori dei vari parametri non dovrebbero essere superiori a quelli dell'acqua di fertirrigazione. Il metodo richiede la standardizzazione del volume d'acqua aggiunto al vaso; orientativamente, per un vaso del 18 sono necessari non meno di 150 ml, in modo da raccogliere circa 100 ml di percolato.

Tabella 6. Valori di riferimento per le analisi dei substrati di coltivazioni condotto secondo il metodo dell'estratto acquoso (rapporto volumetrico di estrazione 1:1.5, substrato:acqua). Indicativamente, i valori dei vari parametri determinati nell'estratto acquoso sono inferiori di 2,5 (EC, K) - 3 (altri nutrienti) volte rispetto a quelli della soluzione all'interno del substrato di coltivazione.

Parametro Fabbisogno nutritivo della coltura
basso medio alto
pH 5,0 - 6,5
EC (µS/cm)  900-1000 1000-1400 1400-1600
N-nitrato (mg/l)  20-30 30-50 50-70
N-ammonio (mg/l)  1-2 3-4 5-6
K (mg/l)  30-40 40-60 60-80
P (mg/l)  5-7 7-12 12-16
Ca (mg/l)  40-60 60-80 80-100
Mg (mg/l)  15-20 20-30 30-40
Na e Cl (mg/l)  < 100
Fe (mg/l)  0,5 - 1,0
Microelementi (mg/l)  0,2 - 0,5

Tabella 7. Valori di riferimento per la conducibilità elettrica (EC) ed il pH della soluzione acquosa raccolta con il metodo del percolato indotto.

pH  5,0 - 6,5
EC  
(µS/cm) 
 500 - 800 µS/cm   (coltura fertirrigata di specie sensibili alla salinità)

 800 - 1500 µS/cm (coltura fertirrigata della maggior parte delle specie)

 400 - 1000 µS/cm (coltura fertilizzata con concimi a lento rilascio)


Qualunque sia il protocollo utilizzato, occorre campionare almeno 5-8 vasi, evitando di raccogliere campioni di vasi con specie diverse e/o riempiti con substrati diversi. Quel che è più importante è utilizzare questo metodo fin dalle primissime fasi di coltivazione; in pratica, il primo campionamento deve essere fatto subito dopo il trapianto, quando presumibilmente i valori dei vari parametri chimici (pH, EC, concentrazione di nutrienti) sono quelli ottimali per la coltura in esame. In questo modo è possibile determinare per ogni coltura i valori di riferimento dei vari parametri.
Più in generale, le analisi in azienda dei substrati e/o delle soluzioni nutritive (erogate e di drenaggio) dovrebbero essere inserite in un programma di monitoraggio della coltura che prevede la registrazione dei risultati in una sorta di tracciato, come quello della Figura 2.
Nel grafico, i dati raccolti durante la coltivazione sono confrontati con i valori ottimali, di attenzione e di allarme; questi ultimi sono pari, indicativamente, al 10% e 20% in più o in meno rispetto ai valori ottimali, che sono scelti per ogni coltura sulla base di informazioni bibliografiche e delle precedenti esperienze di coltivazione. Nell'esempio, in due diverse occasioni sono stati superati i valori di attenzione. I motivi, se noti, delle eventuali anomalie e le misure correttive adottate devono anch'esse essere accuratamente annotate.

Figura 2. Esempio di registrazione dei valori di conducibilità elettrica (EC) dell'acqua di drenaggio in una coltura in contenitore. I dati raccolti periodicamente durante la coltivazione sono posti a confronto con i valori di riferimento: ottimali, di attenzione e di allarme. Questi ultimi sono pari, indicativamente, al 10% e 20% in più o in meno rispetto ai valori ottimali scelti per ogni coltura sulla base di informazioni bibliografiche e delle precedenti esperienze di coltivazione.




Bibliografia essenziale


Homepage Indietro
© 2003 Ce.Spe.Vi. - Pistoia
La riproduzione anche parziale del contenuto di queste pagine é vietata