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Una nuova temibile minaccia per le palme:
la Paysandisia archon

A cura del Servizio Fitopatologico dell'ARPAT
di Pistoia
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Nel periodo primaverile del corrente anno, nel corso di sopralluoghi
effettuati da Ispettori fitosanitari del Dipartimento ARPAT di Pistoia è stata
rilevata, all'interno del fusto (stipite) di piante di Trachycarpus fortunei,
la presenza di larve di un lepidottero mai riscontrato prima in Toscana. Le
larve in questione, che raggiungevano anche 7-8 cm di lunghezza, avevano scavato
gallerie nella parte apicale dello stipite causando, nei casi di forti attacchi,
un evidente deperimento della chioma, talora associato a caratteristiche
perforazioni seriali dei lembi fogliari.

In seguito a questi ritrovamenti, il Servizio Fitosanitario Regionale ha
richiesto la collaborazione del dottor Bruno Bagnoli dell'Istituto Sperimentale
per la Zoologia Agraria di Firenze, che ha identificato il fitofago come
Paysandisia archon (Burmeister), lepidottero della famiglia Castniidae
originario del Sud America, ma già segnalato in Spagna (Aguilar, 2001), Francia
(Drescher & Dufay, 2001) e più recentemente in Campania (Espinosa et al.,
2003).

Sebbene detto fitofago non risulti per ora inserito nella lista degli organismi
da quarantena, riteniamo che la specie rappresenti una temibile minaccia anche
per il comprensorio vivaistico Pistoiese. Si ricorda infatti che la cerchia
degli ospiti di P. archon comprende varie palme ornamentali tra cui:
Trachycarpus fortunei, Chamaerops humilis, Phoenix spp.,
Butia spp., Washingtonia spp., Livistona spp., Latania
spp., Sabal spp., Trithrinax campestris, alcune delle quali
ampiamente coltivate nei vivai della nostra regione.
Gli studi preliminari, in corso presso i laboratori dell'Istituto Sperimentale
per la Zoologia Agraria di Firenze, fanno ritenere che gli sfarfallamenti degli
adulti abbiano luogo prevalentemente nel periodo estivo.
Consigliamo pertanto ai vivaisti, di mettere urgentemente in atto tutte
quelle misure preventive tese a limitare il diffondersi degli adulti, la loro
riproduzione e la conseguente deposizione delle uova su nuove piante ospiti.
In particolare si ritiene necessario:
- ricercare, raccogliere ed eliminare larve e bozzoli con crisalidi
(nonché eventuali adulti);
- allontanare e distruggere tutte le piante che mostrano gravi sintomi di
attacco.
Inoltre, in caso di infestazioni diffuse, potrebbe essere utile ricorrere a
trattamenti chimici mirati. Al momento risulta difficile dare indicazioni
precise sulla scelta degli insetticidi da impiegare, non avendo evidenze
scientifiche in merito. Riteniamo tuttavia che risultati soddisfacenti possano
essere conseguiti utilizzando principi attivi ad azione larvicida e/o ovicida
già riconosciuti efficaci nella lotta ad altri lepidotteri xilofagi, quali:
- diversi fosforganici [Acephate (ammesso fino al 25/09/04), Chlorpyrifos,
Chlorpyrifos-methyl, Diazinon, Fenitrothion, Malathion, etc.)]
- e alcuni IGR inibitori della sintesi della chitina [Diflubenzuron, Flufenoxuron (ammesso su
rosa, garofano, gerbera e crisantemo), Hexaflumuron (ammesso fino al 31/12/04),
Lufenuron, Teflubenzuron, Triflumuron, etc.].
Il trattamento con questi ultimi dovrà essere indirizzato contro i primi stadi preimmaginali (uova
e larve giovani) ed eseguito avendo cura di bagnare adeguatamente la parte
apicale delle piante.
Le indagini sulla bio-etologia dell'insetto nelle nostre aree, permetteranno di
definire più idonee ed efficaci strategie di difesa ecocompatibile.
Ulteriori informazioni sulla problematica e una prima documentazione fotografica
sul lepidottero sono reperibili presso
l'ARPAT Servizio Fitosanitario Regionale
(via Baroni 18, 51100 Pistoia, tel. 0573-992567)
e l'Istituto Sperimentale per
la Zoologia Agraria di Firenze (via Lanciola 12/a, 50125 Firenze, tel.
055-2492.1, 055-2492.234),
nonché sui siti internet: http://www.palms.org e
http://www.eppo.org .
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